intervista a Maria Bernadette Guarente e a Gianbattista Rizzardi a cura di Silvia Lisena
Prendete due ragazzi che si conoscono per caso nell'era dei social media e che si innamorano. Hanno entrambi una disabilità. Vivono al nord e al sud della nostra penisola. Questa è la storia d'amore di Maria Bernadette – 26 anni, di Avellino, affetta da paraparesi spastica – e Gianbattista – 30 anni, impiegato trentino, affetto anche lui da paraparesi spastica – che ha dell'incredibile, perché supera le barriere della disabilità e della distanza intrecciando tradizioni diverse made in Italy. Li abbiamo intervistati per voi.
Da quanto state insieme? Come è nata la vostra storia?
Ci conosciamo da circa un anno ma stiamo effettivamente insieme da sette mesi. Come tutte le cose più belle, ci siamo conosciuti per caso… in un gruppo su Facebook in cui mi avevano iscritta delle amiche e di cui Gianbattista già faceva parte. Lui mi ha proposto quasi subito una cena insieme a base di pesce: la sua audacia mi ha stupita. È iniziata così la nostra conoscenza che, in seguito, ha fatto emergere il nostro interesse reciproco.
Maria Bernadette, qual è stata la cosa che ti ha colpito di più in Gianbattista? Quanto la sua disabilità ha influito nel tuo giudizio su di lui?
Di Gianbattista mi hanno colpita il suo viso e la sua voce subito, a primo impatto. Io non sono mai stata audace con i ragazzi ma, inconsciamente, ho sentito che era l’eccezione di uomo che ho sempre desiderato avere accanto a tal punto che ho deciso io di dargli quasi subito il mio numero di cellulare. Con il tempo, infatti, abbiamo avuto modo di capire che siamo veramente molto simili anche caratterialmente: condividiamo la passione per i cani e per i viaggi. Adesso, a distanza di tempo, posso anche dire che il non essersi presentato come un uomo “disperato”, assalito dalla voglia di fare certe esperienze (che tante volte soprattutto a noi disabili non sono “concesse”), ha giocato a suo favore. Si è fatto spazio nella mia vita piano piano, corteggiandomi e dimostrandomi affetto sincero. Non ho pensato al tipo di disabilità: sono state davvero tante le cose che ho apprezzato in lui che…non ha influito. Non posso negare, però, che scoprire di essere affetti dalla stessa patologia, essere nati nello stesso periodo di gestazione, pesare lo stesso peso e aver fatto tante esperienze simili, mi abbia meravigliata. Non credo siano cose che accadono a tutti. Lo ritengo la mia perfetta fotocopia… solo più alta.
Gianbattista, qual è stata la cosa che ti ha colpito di più in Maria Bernadette? Quanto la sua disabilità ha influito nel tuo giudizio su di lei?
Di Maria Bernadette mi hanno colpito da subito il suo viso e il suo sorriso. In seguito, la sua capacità di sprigionare energia positiva e la sua determinazione nell’affrontare gli ostacoli della vita mi hanno convinto che lei non fosse una delle tante… belle ma vuote. Il fattore disabilità non ha influito perché l’ho sempre ritenuta speciale al di là di tutto.
Una relazione a distanza fra due persone con disabilità: due peculiarità che, forse, la rendono più ardua ma simultaneamente anche più intensa. Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate e come le risolvete?
La nostra relazione a distanza è bellissima ma richiede coraggio, pazienza e determinazione. Non possiamo condividere sempre dei momenti insieme, tante volte ci ritroviamo ad affrontare questioni e a condividere sogni solo attraverso una webcam o un cellulare ma la certezza dell’amore che proviamo ci fa andare avanti felicemente. Affrontiamo il problema nell’unico modo possibile: cercando di vederci spesso. Gianbattista ha perfino preso un aereo da solo pur di rivederci, e non lo aveva fatto per nessuna prima d'ora.
Altro tema “caldo”: questione genitori (e amici). Come hanno reagito i vostri genitori e i vostri amici quando hanno saputo del vostro fidanzamento?
Maria Bernadette: Alla notizia i miei genitori hanno reagito con gioia. L’unica cosa che, a primo impatto, li ha spaventati è stato il fattore distanza ma vedendoci felici ed uniti comunque si sono tranquillizzati. Gli amici e i parenti… felici e forse stupiti essendo avvenuto tutto in modo un po' inusuale.
Gianbattista: Potrei dire lo stesso: a parte il problema della distanza, sono stati felicissimi… al punto che, più di una volta, hanno deciso di accompagnarmi da lei.
Se vi parlo di “futuro”, come ve lo immaginate?
Lo immaginiamo insieme, qualunque cosa succeda. Nella nostra casa, con un cane (magari un bel bell’esemplare di Shiba Inu). Sogniamo di viaggiare insieme, ci piacerebbe già fare una crociera. Per il resto… accetteremo tutto quello che la vita ci riserverà di bello.
Cosa consigliereste a due persone con disabilità che vogliono iniziare una relazione? E, in generale, cosa consigliereste a una persona con disabilità che vuole innamorarsi?
A un disabile che vuole innamorarsi consigliamo di crederci sempre, che le favole possono diventare realtà ma bisogna lottare e bisogna essere disposti anche a stravolgere un po' la propria vita per l’altro. Quando incontrate qualcuno che vi piace, non mettete in evidenza i vostri limiti e le vostre difficoltà. Fate emergere il vostro “essere donna” o “essere uomo“, quindi i vostri interessi e i vostri progetti: la disabilità è parte integrante del nostro essere ma non deve sovrapporsi ai nostri sogni… almeno per quanto è possibile. Ricordate, infine, che l’amore va aspettato e non cercato.