Intervista di Valentina Boscolo a Paola De Angelis
Paola de Angelis, grintosa trentaquattrenne del sud, occhi azzurri e voce ferma, ci racconta la sua odissea lavorativa causata da discriminazioni per la sua patologia: la Tetraparesi Spastica.
Gentilissima Dott.ssa De Angelis, vuole raccontarci qual è stato il suo percorso di studi?
Il mio percorso di studi, dopo le scuole medie inferiori, prosegue presso l’Istituto Commerciale per i Servizi Turistici “S. Scoca” di Avellino.
Mi sono laureata nell’ottobre del 2006 in Scienze dell’educazione, all’Università degli Studi di Salerno.
Ha svolto altri lavori prima di quello attuale?
Prima del mio attuale lavoro mi son occupata di molto altro: ho effettuato Servizio Civile, per delle Cooperative Sociali ed ho lavorato con le ragazze madri.
Tutte queste attività, però non vennero retribuite o, in ogni caso, lo furono scarsamente.
Che ruolo ricoprirebbe ora presso il comune di Avellino?
Poco dopo la mia laurea, partecipai ad un concorso del Comune di Avellino, in cui si cercava un “Istruttore Direttivo Amministrativo “. Lo vinsi nel febbraio 2011 e, ad oggi, sono funzionario per le politiche sociali, almeno sulla carta!
Quali sono le difficoltà oggettive che incontra per svolgere la sua professione? Ce ne parli brevemente
Da quando sono stata assunta non ho potuto svolgere il mio ruolo, né qualsiasi altro tipo di incarico. Il concorso che ho vinto si riferiva alle categorie protette, perciò il Comune avrebbe già dovuto tenere conto di certe situazioni. Personalmente, credo che la mia situazione fisica non influisca minimamente sul mio operato lavorativo: sono stata assunta per le mie competenze, non per le mie gambe.
Indubbiamente potrei essere più lenta dei miei colleghi normodotati, ma ciò non mi impedirebbe di portare a termine con profitto i miei compiti lavorativi. Il punto è che, ad oggi, non mi è stato chiesto di fare assolutamente nulla. Sono stata isolata dai miei colleghi di settore, che si trovano al secondo piano del palazzo cittadino, mentre io sto da sola in una stanza a pianoterra. Ciò non è assolutamente un mio problema, ma dell’ente che deve adeguare l’edificio alle norme che prevedono l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Che passi intende fare, per riuscire a sanare a breve questa situazione?
Sicuramente continuerò a combattere per far valere i mie diritti di cittadina e lavoratrice.
Cosa si augura per il futuro?
Mi auguro che tutti gli esseri umani vengano valutati per le loro capacità e competenze, non più basandosi sulla fisicità. Nel 2017 è assurdo valutare le abilità professionali, solo giudicando la situazione fisica di qualcuno.
A lei va il nostro più sincero incoraggiamento.